La storia dei videogiochi: gli anni ’80 – Parte 2
In questo articolo continueremo a parlare della storia del videogiochi, e, più in particolare, degli anni ’80.
Gli anni ’80 sono sinonimo della cosiddetta età dell’oro dei videogiochi. In questo periodo infatti la creazione dei videogiochi raggiunse il culmine: con Defender nacquero gli sparatutto a scorrimento; Battlezone introdusse un mondo di gioco tridimensionale, benché in grafica vettoriale monocromatica.
Pac-Man fu il primo videogioco a entrare nell’immaginario collettivo, nonché uno dei titoli più famosi di tutti i tempi; Pole Position, con la sua visuale rappresentava un grande passo in avanti nei simulatori di guida.
Le avventure, nate con Colossal Cave Adventure, proseguono il loro corso con Zork e Mystery House.
Comparve per la prima volta Mario, originariamente chiamato Jumpman.
Fra i computer casalinghi è da citare 3D Monster Maze, precursore dei moderni sparatutto in prima persona.
Tra le console utilizzate (qui l’articolo sui computer casalinghi) menzioniamo: il Commodore VIC-20, i computer di Sir Clive Sinclair, altre macchine della Commodore, l’Amiga, il NES dominò negli Stati Uniti e in Giappone, il Sega Master System in Europa e Sudamerica.
Space Invaders
Space Invaders, anche se uscito nel 1978, ha aperto l’era d’oro degli arcade “da bar” diventando un cult del decennio successivo. Poi sono arrivati Pac-Man, Donkey Kong e Super Mario Bros.
Questo gioco avrà enorme fortuna negli anni ’80. Affianca i flipper nelle sale giochi e fa da apripista a decine di altri titoli.
Schermata fissa, una navicella spaziale stilizzata che spara a degli extraterrestri invasori. Grafica a dir poco spartana, ricetta semplice eppure senza tempo.
Pac-Man
Le presentazioni non servono: è uno dei giochi più famosi della storia.
Sviluppata nel 1980 da Namco, la faccina gialla che sfugge ai fantasmi per catturare puntini, ancor prima che un gioco è diventato un’icona pop.
Nel 1981 è arrivata anche la versione femminile: Ms. Pac-Man. Principio identico, ma lievi ritocchi di forma: un fiocco in testa e rossetto.
Donkey Kong
Altro titolo longevo, sviluppato da Nintendo nel 1981. Il gioco segna un’epoca perché vi compaiono per la prima volta due personaggi destinati a cambiare la storia del settore: oltre a Donkey Kong, che veste i panni del ‘cattivo’, c’è “Jumpman”, un idraulico che diventerà una celebrità dopo essere stato ribattezzato Mario.
Mario Bros.
Mario Bros. è il videogioco con cui Mario, nel 1983, abbadonna Donkey Kong e si mette in proprio.
E’ l’inizio di una serie che continua ancora oggi a sfornare titoli. Già da Mario Bros. ci sono molti degli elementi che trasformeranno un idraulico di origini italiane in un mito: maglia rossa e salopette blu, il fratello Luigi, i tubi verdi e le tartarughe da usare come armi.
Tetris
Non ci sono anni ’80 senza Tetris.
Il gioco “geometrico” nasce in Russia nel 1984: i pezzi, che scorrono lentamente verso il fondo possono essere ruotati o spinti verso il basso, hanno sette forme diverse ma sono tutti costituiti da quattro quadrati.
L’obiettivo è non lasciare spazi bianchi negli incastri, quando si forma una linea continua i mattoncini spariscono.
Street Fighter
Due bottoni, un joystick e una gamma limitata di azioni disponibili. Su questi elementi si è fondato il successo di Street Fighter, picchiaduro nato nel 1987.
Nella prima edizione, il giocatore poteva scegliere solo Ryu e Ken. Poi le opzioni si ampliano anche ai “cattivi” e ai personaggi spalla, da Honda a Chun-Li. Arriva così il successo planetario, evidente soprattutto da Street Fighter II in poi.
Bubble Bobble
Nasce in Giappone nel 1986 Bubble Bobble.
Due piccoli draghi (Bub e Bob) devono superare i nemici muovendosi orizzontalmente, saltando e sputando bolle. Il titolo avrà grande successo ed è il capostipite di una serie che porterà al fortunato Puzzle Bubble (popolare anche su mobile), dove i draghi fanno esplodere bolle dello stesso colore.
Frogger
Semplice e basilare, ma comunque un grande successo.
In Frogger l’utente è una rana con un solo obiettivo: attraversare la strada senza farsi investire dalle auto e saltare sui tronchi per non tuffarsi in acqua.
Visualizzazione dall’alto e quattro comandi disponibili: avanti, indietro, destra, sinistra.
Duck Hunt
Prima dei caschi per la realtà virtuale, l’interazione tra giocatore e schermo passava per una pistola ottica. Schiacciavi il grilletto e il colpo arrivava sul display: una magia.
Duck Hunt consisteva nel cacciare anatre alzate da un cane.
Prince of Persia
Salti, trabocchetti, porte, duelli, il tempo che scorre veloce. E la vita appesa ad un filo tra lame e spunzoni.
Prince of Persia nasce nel 1989 e porta su diverse piattaforme (a partire da Apple) una naturalità di movimento inedita.
Diventerà una fortunata serie e anche un film.
Il ritorno dei giochi vintage
I bambini che giocavano a Duck Hunt e Frogger sono cresciuti e con loro la nostalgia dei vecchi titoli.
Siamo ormai giunti alla fine di questa lunga cavalcata nella storia dei videogames. Sperando di aver fatto cosa gradita ci scusiamo anticipatamente di non aver potuto menzionare alcuni dei giochi che ci hanno accompagnato da bambini/ragazzi ma data la mole di titoli usciti in quegli anni nominarne anche solo la centesima parte sarebbe un’impresa davvero improba. Sicuramente il modo migliore per farli nostri è ricordarli com’erano, valutare con il senno di poi quello che hanno dato all’industria e, ovviamente, quello che hanno dato a noi, che poi in fondo è il motivo stesso per i quali li ricordiamo con ancora tanto entusiasmo e altrettanta voglia di rigiocarli per l’ennesima volta.
Tappe in ordine cronologico
- La storia dei videogiochi – Introduzione
- La storia dei videogiochi: 1948-1972, l’inizio di un nuovo genere
- La storia dei videogiochi: gli anni ’70
- La storia dei videogiochi: gli anni ’80 – Parte 1
- La storia dei videogiochi: gli anni ’80 – Parte 2
- Gli anni ’90
- Gli anni 2000
- Gli anni 2010
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