Apertura del GPT Store di OpenAI dopo i Rinvii: Il Mercato per gli “Agenti” AI Personalizzati si Prepara al Lancio
Dopo una lunga attesa, condita da alcuni ritardi, lo store di ChatGPT è quasi pronto per essere aperto al pubblico.
Stiamo parlando di GPT Store, una piattaforma innovativa che permetterà agli utenti di ChatGPT di vendere e condividere prompt e strumenti legati al celebre chatbot. Come comunicato ufficialmente da OpenAI, il lancio del servizio avverrà nel corso della prossima settimana.
GPT Store, visto il numero di utenti potenzialmente interessati e le enormi capacità di ChatGPT, sarà molto utile per rendere l’IA generativa ancora più alla portata di tutti, rendendo la community ancora più unita e collaborativa. Dopo i ritardi, lo store di ChatGPT è pronto al debutto.
OpenAI ha annunciato l’intenzione di pubblicare uno store per ChatGPT durante lo scorso mese di novembre.
Questa dovrebbe permettere di creare e gestire al meglio gli agent AI, capaci di sfruttare GPT-4 per creare versioni personalizzate di chatbot. Questa possibilità è esclusiva degli abbonati ChatGPT Plus e può consentire, a chi ne ha le effettive capacità, di monetizzare le proprie creazioni attraverso lo store.
Come accennato in principio, l’annuncio di GPT Store è avvenuto in novembre e, secondo OpenAI, avrebbe dovuto essere imminente. A quanto pare, l’azienda ha però dovuto fare i conti con un mese molto impegnativo (basti pensare al licenziamento e alla riassunzione di Sam Altman), con un primo slittamento a dicembre e infine il lancio di gennaio.
L’apertura del proprio store dimostra, ancora una volta, come OpenAI voglia dimostrarsi leader nel settore dell’IA, mostrando la strada ai tanti e agguerriti competitor presenti sulla scena. Tra di essi, a catturare l’attenzione negli ultimi mesi è stato di certo Google, visto il lancio di Gemini e l’ormai imminente introduzione di Google Bard Advance.
ChatGPT potrebbe prendere il posto di Google Assistant su Android
La tendenza tecnologica più in voga del 2023 è stata l’intelligenza artificiale generativa, guidata da chatbot come ChatGPT di OpenAI. Esistono molti modi per utilizzare ChatGPT su Android, il più semplice è tramite l’app ufficiale di OpenAI. Una volta aperta l’app, basta solo digitare o dettare una query e quindi attendere qualche secondo che il chatbot elabori e fornisca una risposta. Tuttavia, l’uso del chatbot potrebbe divenire ancora più rapido. Il codice all’interno dell’ultima versione dell’app Android ChatGPT suggerisce infatti che l’app potrà essere utilizzata al posto di Google Assistant. La versione 1.2023.352 di ChatGPT, rilasciata il mese scorso, ha aggiunto una nuova attività denominata com.openai.voice.assistant.AssistantActivity. L’attività è disabilitata di default, ma dopo averla abilitata e avviata manualmente, sullo schermo viene visualizzata la stessa animazione della modalità chat vocale, in sovrapposizione alle altre app. Ciò significa che, presumibilmente, si potrà parlare con ChatGPT da qualsiasi schermata invocando l’assistente predefinito.
ChatGPT: funzionalità per assistente vocale predefinito ancora incompleta
La nuova funzionalità di OpenAI non sembra essere del tutto pronta. Il codice necessario affinché l’app appaia come “app di assistente digitale predefinita” è infatti presente solo parzialmente. L’ultima versione dell’app ha aggiunto un file XML denominato assistant_interaction_service che contiene un voice-interaction-servicetag che definisce il file sessionService e recognitionService. Il tag dichiara inoltre che il servizio supportsAssist. Nonostante la presenza di queste dichiarazioni, all’app ChatGPT mancano ancora quelle richieste nel suo Manifest che consentano al sistema di sapere a quale “servizio” associarsi. Fino a quando tale servizio non sarà definito con gli attributi appropriati e il tag di metadati che punta al suddetto XML, l’app ChatGPT non potrà essere impostata come “app di assistente digitale predefinita”.
Tuttavia, il fatto che il suddetto file XML esista suggerisce che questo è ciò che OpenAI intende fare con l’app. Rendere l’app ChatGPT l’app di assistente digitale predefinita di Android consentirebbe agli utenti di avviarla premendo a lungo il pulsante Home (se si utilizza la navigazione a tre pulsanti) o scorrendo verso l’alto da un angolo in basso (se si utilizza la navigazione gestuale). Sfortunatamente, l’app ChatGPT non sarebbe ancora in grado di creare hotword personalizzate o rispondere a quelle esistenti, poiché tale funzionalità richiede l’accesso ad API privilegiate disponibili solo per app affidabili e preinstallate. Tuttavia, dato che Google lancerà Assistant with Bard a breve, è logico che OpenAI voglia rendere più semplice per gli utenti Android l’accesso a ChatGPT. OpenAI non ha condiviso dichiarazioni in merito. Per il rilascio ufficiale della funzione bisognerà quindi attendere i prossimi mesi.
IDC: entro il 2027 l’AI si occuperà di SEO e content marketing
Nell’ultimo anno si è molto parlato dei rischi dell’AI generativa (GenAI) e sulla possibilità che questa tecnologia possa rubare il lavoro alle persone. Secondo IDC (International Data Corporation), entro il 2027, l’intelligenza artificiale verrà usata per effettuare circa il 30% dei compiti “più noiosi” del marketing. Tra questi vi è la SEO, l’ottimizzazione dei contenuti e dei siti web, l’analisi dei dati dei clienti, la segmentazione, il lead scoring e l’iper-personalizzazione. Uno studio condotto da IDC su un gruppo di Chief Marketing Officer dell’area Asia/Pacifico (Giappone escluso) ha mostrato che il 37,8% ha iniziato a implementare la GenAI già dall’anno scorso. Nel corso dei prossimi 12 mesi, il 51% dei partecipanti ha indicato che il proprio obiettivo aziendale principale è quello di migliorare la qualità del content marketing. Questo risultato potrebbe essere aggiunto più facilmente utilizzando l’intelligenza artificiale.
IDC: le previsioni per il futuro della GenAI nel mondo del lavoro
IDC ha presentato alcune previsioni sull’impatto dell’intelligenza artificiale sul marketing nei prossimi quattro anni circa. In primis vi è la Dynamic Journey Orchestration. Entro il 2028, la maggior parte delle aziende utilizzerà dati e intelligenza artificiale per automatizzare il 30% delle azioni nel percorso dell’acquirente attraverso il marketing e le vendite, passando al rilevamento e offrendo dinamicamente “l’avventura” scelta dall’acquirente. In secondo luogo, entro il 2027, la GenAI assumerà il 30% delle attività standard del marketing tradizionale come la già citata SEO. Inoltre, entro il 2026 oltre il 50% dei consumatori utilizzerà l’intelligenza artificiale attraverso dispositivi mobili per scoprire, valutare e acquistare la maggior parte dei prodotti e servizi desiderati. Infine, sempre entro il 2026, l’AI spingerà il 50% delle grandi aziende a condurre tutti i percorsi di marketing come conversazioni bidirezionali in tempo reale, migliorando i lead per le conversioni di acquisto del 40%.
Bisogna comunque ricordare che, sebbene l’intelligenza artificiale sarà utilizzata sempre di più nel marketing, ciò non significa che non ci sarà più lavoro per gli esseri umani. Lavanya Jindal, analista di ricerca di IDC, ha infatti affermato che i professionisti del marketing amplieranno le proprie competenze per includere storytelling, analisi dei dati e collaborazione interfunzionale tra IT, vendite e operazioni.
IA ed estinzione umana? Per una ricerca vi sono il 5% di possibilità
Secondo un sondaggio che ha coinvolto scienziati esperti nel contesto dell’Intelligenza Artificiale, vi è una probabilità del 5% che la stessa possa portare all’estinzione del genere umano.
Se è vero che nel breve termine le prospettive legate all’IA possono essere entusiasmanti, sul medio-lungo periodo diverse persone hanno dei grandi dubbi sul progredire di queste macchine.
L’indagine presa in esame ha portato a una serie di domande poste a 2.778 scienziati che, in precedenza, avevano già pubblicato studi e articoli sul tema. Nella maggior parte dei casi, ciò che traspare dai questionari, è una diffusa incertezza sul futuro.
Secondo gli esperti la disinformazione è il pericolo più grande legato all’IA
Circa il 68% dei ricercatori ritiene che i risultati positivi sullo sviluppo dell’IA siano più probabili rispetto a quelli negativi. Nonostante ciò, spicca anche un altro dato preoccupante: almeno la metà degli intervistati ha confermato la minima possibilità che queste nuove tecnologie possano causare l’estinzione del genere umano.
Samsung SmartThings consentirà di controllare l’auto da casa e viceversa
Una partnership tra Samsung e Hyundai permetterà l’integrazione di SmartThings nelle auto Hyundai e Kia, consentendo agli utenti di controllare la propria auto da casa e viceversa attraverso l’app SmartThings.
Questi sviluppi mostrano la crescente interconnessione tra intelligenza artificiale, dispositivi intelligenti e veicoli, aprendo nuove possibilità per il futuro.
* Foto inizio articolo: Illustrazione di William Joel / The Verge